“CI CHIAMAVANO BANDITI, CI CHIAMAVANO TEPPISTI, IERI PARTIGIANI OGGI ANTIFASCISTI!”
Il 15 marzo, a distanza di poco più di anno dall’ultima volta, i fascisti tornano a sfilare per le strade fiorentine. Sono i fascisti di Casaggì che continuano a millantare un’improbabile indipendenza quando sono a tutti gli effetti un circolo di Fratelli d’Italia che coglierà l’occasione per una passerella elettorale in vista delle comunali con Totaro in testa e delle europee. Sono quelli di Casapound… quelli delle alleanze con i neo-nazisti di Alba Dorata, delle aggressioni, delle confidenze e delle coperture con polizia e carabinieri, quelli dell’omicidio dei lavoratori senegalesi in piazza Dalmazia e del pestaggio di Piazza della Repubblica.
CONTRO REVISIONISMO STORICO, FASCISMO E REPRESSIONE !
Questo corteo rappresenta un’ulteriore occasione per i fascisti di tornare in piazza e cercare un qualche tipo di legittimazione a livello sociale sventolando il tricolore, simbolo, a loro dire, dell’identità nazionale di un “popolo” che dovrebbe riscattare sovranità monetaria, politica e culturale.
Noi ci chiediamo: Qual è questo “popolo”? Da chi è composto il “popolo italiano”?
Sono italianissimi i padroni che non sono disposti a spendere un euro per la sicurezza sul lavoro e nelle cui aziende muoiono tre operai al giorno o quelli che dall’oggi al domani chiudono l’azienda e trasferiscono la produzione in cerca di costi del lavoro più bassi.
Sono italianissimi i Riva che per i propri profitti avvelenano un’intera città.
Sono italianissimi coloro che si sono sfregati le mani davanti a terremoti ed alluvioni, o che plaudono all’ennesima grande opera che gonfierà il loro portafogli e distruggerà i nostri territori, basti pensare all’Aquila o alla Val Susa…
Sono italianissimi i magistrati che condannano chi tutela la propria salute, chi lotta per maggiori diritti sul posto di lavoro e chi lotta contro questo sistema sfruttatore.
… ma davvero qualcuno pensa che siano questi i soggetti con cui possiamo uscire dalla crisi? Che ci dicono che siamo tutti sulla stessa barca? I fascisti dicono proprio questo per strumentalizzare il malcontento ed affermare le loro idee di prevaricazione, razzismo, xenofobia, violenza.
I fascisti parlano di “popolo” per nascondere le differenze sociali ed economiche che sono sotto gli occhi di tutti, svilire e indebolire la lotta di classe. È il solito approccio corporativo in cui i diritti e le condizioni dei lavoratori vengono sostituiti dall’ “interesse nazionale” e cioè dagli interessi particolari di chi comanda: i PADRONI! Per noi lavoratori, cosa cambia se poi questi sono italiani, francesi o tedeschi? Per questo pensiamo che oggi si debba esser chiari rispetto a ciò che divide e a ciò che unisce: non si tratta di essere italiani oppure no, ma si tratta di riconoscersi nella propria condizione di lavoratori, studenti, disoccupati o cassaintegrati e stare dalla parte degli sfruttati contro gli sfruttatori, degli oppressi contro gli oppressori, contro coloro che ci sfruttano sul lavoro o ci sfrattano da casa, contro chi reprime le lotte e cerca di instaurare un clima di autoritarismo.
A Firenze e in generale in Italia, si sta assistendo ad una stretta repressiva che va a colpire tutti coloro che si rifiutano di sottostare ai dettami, sempre più restrittivi, della cosiddetta “legalità”, colpendoli duramente con manganelli, denunce e misure cautelari.
Dall’accusa di terrorismo per 4 militanti NOTAV, accusati di aver danneggiato un generatore, agli ultimi arresti a Roma e a Napoli ai movimenti per l’abitare e ai disoccupati in lotta, passando per gli svariati processi fiorentini.
A Firenze infatti assistiamo a sgomberi continui di case occupate, a multe ai lavoratori ATAF per uno sciopero e a una maggiore militarizzazione del territorio, basta vedere la recente decisione di impiegare 100 poliziotti alla stazione SMN, mentre molti militanti di collettivi, realtà sociali e comitati territoriali vengono processati per aver portato avanti lotte contro il fascismo, per i diritti sul lavoro, per il diritto allo studio e per la casa e contro le nocività ambientali.
A fronte di tutto ciò, molto significative sono le lotte nel settore della logistica, sia come antidoto alla guerra tra poveri, visto il protagonismo di molti operai immigrati, sia per la forte determinazione che ne ha contraddistinto lo scontro e che ha strappato importanti vittorie.
Smascheriamo e combattiamo l’approccio semplicistico e populista di chi parla di “popolo” e ribadiamo che l’unica possibilità per le classi popolari di uscire da questa situazione è quella di organizzarsi con la prospettiva di abbattere la società del capitale e costruirne una dove non vi siano più sfruttamento, disuguaglianze e neppure guerre.
Nella piazza di Firenze Antifascista ci saranno coloro che nella Resistenza vedono rappresentati quei valori che ancora costituiscono l’unica reale alternativa a questo presente di miseria: lotta di classe, internazionalismo e solidarietà!
ORA E SEMPRE RESISTENZA !
FIRENZE ANTIFASCISTA