Giovedi 20 dicembre: PRESIDIO sotto il RETTORATO! IL TIROCINIO è SFRUTTAMENTO! I DIRITTI NON SI MERITANO SI CONQUISTANO!


GIOVEDI 20 DIC ORE 15:00>>

PRESIDIO @ PIAZZA SAN MARCO

in occasione del senato accademico

Il tirocinio è obbligatorio e non retribuito, capito caro “choosy”!?

Nel momento stesso in cui iniziamo a frequentare un corso di laurea ci accorgiamo come sistematicamente la nostra vita si trasformi in un percorso ad ostacoli. Sebbene questo valga per qualsiasi studente, per chi frequenta corsi di laurea professionalizzanti (infermieristica, biotecnologie, ostetricia, fisioterapia, tecniche di laboratorio, CTF, tecnica di radiologia,logopedia etc.) tutto è molto più chiaro. Immersi fino al collo tra esami propedeutici, tirocini non pagati, lezioni, laboratori, seminari, tesi ed esami di stato, è sempre più difficile, oltre a costruire autonomamente una formazione critica e consapevole rispetto alle applicazioni tecniche e pratiche di ciò che studiamo, ritagliarsi un“tempo di vita” atto allo sviluppo dell’individuo nelle sue aspirazioni e dei suoi bisogni in relazione alla collettività nella quale viviamo, ma con la quale è sempre più difficile interagire.
Il tirocinio è l’istituto principale tramite il quale si perpetra lo sfruttamento di una forza lavoro studentesca a costo zero (per legge non è possibile farsi assegnare i CFU del tirocinio per una prestazione lavorativa retribuita). Anche se, in casi particolarissimi (vedi assegni per tirocinio professionalizzante per gli studenti di scienze infermieristiche), in cui il tirocinio viene “retribuito” (in base sempre a criteri classisti di “merito” e “produttività”), ad oggi anche questo viene messo in dubbio, dimostrando la necessità in questa fase di crisi strutturale del capitalismo di avere forza lavoro ricattabile con sempre meno salario e sempre meno diritti. Nonostante sia fondamentale il ruolo del tirocinio per l’acquisizione “sul campo”delle competenze tecniche necessarie per la professione, è sicuramente dubbio il modo in cui vengono svolti. Infatti assai spesso chi affronta tirocini e laboratori tecnici, si trova a dover sopperire alle mancanze di personale nelle strutture sanitarie e di ricerca, tappando i “buchi” e non avendo in fondo alla carriera sviluppato una visione completa ed autonoma sull’approccio tecnico ed etico alla professione. Il tirocinio si configura cosi, non come un momento in cui viene erogata una formazione realmente professionalizzante, ma come un modo per sopperire ai deficit di personale aziendale in maniera non onerosa per le aziende (pubbliche o private che siano).
Capita al III anno di infermieristica che non si sia ancora appreso degli obbiettivi formativi minimi. Tutto questo secondo la logica che sta dietro all’impostazione generale della carriera universitaria: abituare gli studenti all’alienazione e alla dequalificazione delle competenze,rendendoci già da ora un mansueto esercito di riserva ricattabile e ipersfruttato.

Nonostante questo, il futuro lavorativo, sia in continuità con quanto studiato all’università che non, non è roseo: disoccupazione, contratti di prestazione occasionale, contratti a progetto, lavoro nero, stage post laurea non retribuiti, senza versamento di contributi, senza diritti sulla sicurezza nel luogo di lavoro etc. sono solo alcuni esempi di quello che nella migliore delle ipotesi sarà (se già non lo è) il futuro della maggior parte degli studenti e dei giovani in generale.

Per quanto riguarda le professioni dell’area sanitaria (in cui il 30% dei lavoratori già adesso è rappresentata da precari con vari contratti flessibilizzanti e da stagisti) le cose stanno peggiorando ulteriormente: blocco del turn-over (su 3 in pensione 1 assunzione) e della retribuzione (stipendi da fame per i neo assunti, quasi mai a tempo determinato o indeterminato), volontà di introdurre,da parte dell’azienda sanitaria,un nuovo orario per i turnisti (dal turno in quinta a quello in nona: ciascun turno durerà otto ore ,eliminando un giorno di riposo).

Le riforme degli ultimi 20 anni non hanno fatto altro che applicare il modello produttivo aziendale all’università.
L’interiorizzazione del criterio di produttività ha causato un abbassamento del livello qualitativo degli studi universitari, avendo posto lo studente di fronte a ritmi di studio quasi insostenibili.
La logica (di mercato) che c’è dietro è quella de “il tempo è denaro”: non importa la qualità dello studio, ma la mera quantità. Tutto questo si inserisce nella pervasiva propaganda sulla “meritocrazia”: in base al voto e al numero di crediti accumulati in un anno, si seleziona gli studenti “meritevoli” mettendo ogni studente in competizione con il prossimo nella conquista di voti alti e quindi nell’accesso ai “tirocini giusti” ovvero quelli che permetterebbero di accaparrarsi una briciola in più rispetto a chi non “merita”.

Per tutti questi motivi saremo in piazza con la nostra rabbia e la nostra determinazione finchè non otterremo cio’ che ci spetta di diritto: il riconoscimento della nostra condizione di lavoratori non pagati e la retribuzione di questa prestazione lavorativa.

CONTRO IL TIROCINIO-SFRUTTAMENTO, UNIVERSITA’ AZIENDA E MERCIFICAZIONE DEL
SAPERE!
PER UNA FORMAZIONE PROFESSIONALE QUALIFICATA E RETRIBUITA!
PER UNIVERSITA’ E LAVORO LIBERi DALLE LOGICHE DAL PROFITTO!

SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI INFERMIERI E OSS IN LOTTA DI CAREGGI!
I DIRITTI NON SI MERITANO SI CONQUISTANO!

 

ASSEMBLEA DEGLI STUDENTI DI INRFERMIERISTICA

COLLETTIVO SCIENTIFICO AUTORGANIZZATO

COLLETTIVO DI MEDICINA CODICE ROSSO

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