#13DIC: CORTEO ANTIFASCISTA


Il 13 dicembre di due anni fa la strage fascista di Piazza Dalmazia: il neofascista Casseri uccide due lavoratori ambulanti di origine senegalese e ne ferisce gravemente altri tre, per poi morire (si spara? gli sparano?) nel parcheggio di San Lorenzo.

Da subito la versione a cui viene dato più risalto fu quella del “gesto isolato di un folle”. Una versione comoda a tanti. Una versione autoassolutoria per troppi. La procura aprì un’inchiesta che si chiuse ufficialmente un anno dopo e avvallò la versione della prim’ora: il fascista di Casa Pound Casseri era un folle che aveva agito da solo e non se ne parli più! Chiusa senza dare una risposta ai pesanti interrogativi sui rapporti tra Casseri e altri neofascisti, le collusioni e le responsabilità della Questura di Pistoia nella concessione del porto d’armi, la casa svuotata di Casseri: questo è probabilmente il motivo per cui l’inchiesta è stata insabbiata. Far emergere la verità sul 13 dicembre avrebbe voluto dire parlare e svelare i legami ancora esistenti tra fascisti e apparati dello Stato.

Le organizzazioni e le strutture fasciste, del resto, continuano ad essere legittimate dalle stesse istituzioni democratiche e si possono muovere godendo di una notevole agibilità su più livelli: da quello elettorale a quello sociale tentando di cavalcare proteste e lotte popolari, oltre a mantenere sempre viva l’azione squadrista con provocazioni ed aggressioni come accaduto poche settimane fa proprio a Firenze dove, nonostante le dichiarazioni a caldo del Presidente Rossi, Casa Pound continua a tenere aperta una sede a pochi passi dalla Questura.

Anche il clima che si è ripreso a respirare in città poco dopo il 13 dicembre 2011 è rimasto lo stesso dei mesi e degli anni precedenti: martellanti campagne per la sicurezza, contro degrado e immigrazione, cartelloni antibuisivismo nei mercati fiorentini proprio contro i lavoratori senegalesi, razzismo e abusi in divisa perpetrati dalla squadra dei vigili antidegrado e coperti dalla giunta Renzi come emerso chiaramente il 13 giugno quando proprio una di queste squadrette ha atteso che un gruppo di ragazzi senegalesi scendessero dalla tramvia in SMN per portare a termine un vero e proprio pestaggio. Anche in quel caso la Procura fu costretta ad aprire un fascicolo. Anche in quel caso, tra un video perso e uno cancellato, l’inchiesta è stata insabbiata.

Il 13 dicembre 2013 sarà il II anniversario della strage fascista. A soli due anni di distanza dalla strage e da una manifestazione che vide in piazza migliaia e migliaia di persone, Firenze si avvicina a quest’appuntamento quasi come se il 13 dicembre fosse un giorno come un altro. Noi crediamo che ciò non possa essere imputabile tanto all’indifferenza di molti ma alla chiara volontà politica di contenere le mobilitazioni e la partecipazione trasferendo nei palazzi il cordoglio e la retorica, come se il problema fosse soltanto della comunità senegalese e delle istituzioni, con il consueto appoggio di associazioni che hanno fatto della carità e della solidarietà un vero lavoro, favorendo di fatto proprio le ghettizzazioni e le divisioni. Le vittime di Casseri erano due Senegalesi, ma sono stati gli antifascisti o gli omosessuali od i senza tetto in altre città tante e troppe volte negli ultimi anni: il vero problema non è forse che un neofascista ha girato per ore armato e ha ucciso per le strade della nostra città?

Lo stesso schema lo vediamo poi riproposto anche in altri contesti: basti pensare alla morte dei 7 operai a Prato. Una questione rimossa dal piano generale, sulla quale i sindacati non hanno neanche pensato di convocare uno sciopero come se quella dei morti sul lavoro non fosse una realtà quotidiana e un problema per i lavoratori tutti.

Ebbene noi non ci stiamo! Rifiutiamo questa logica che continua a dividere, che rende la solidarietà solo caritatevole, continuando nella realtà quotidiana nelle politiche razziste e di sfruttamento sul lavoro, che portano di fatto a tragedie come quelle che stiamo vivendo. Lo sfruttamento è uno dei pilastri di questa società. Il fascismo, e la disgregazione sociale, ne sono invece un prodotto che porta a vedere, tanto più in situazioni di crisi, nell’immigrato un facile capro espiatorio. A tutto questo dobbiamo contrapporre azioni ed idee concrete, capaci di parlare a tutti i lavoratori, immigrati o italiani che siano, per rinsaldare e rilanciare legami di solidarietà attiva sul territorio.

Per questo invitiamo tutti a scendere in piazza venerdì 13 dicembre per ricordare Samb e Diop ed i tre senegalesi feriti, perché le strade di Firenze ricordino ancora che i fascisti non sono tollerati, perchè per noi l’unica via da percorrere è quella che ci porta verso una società senza più guerra, sfruttamento e disuguaglianze.

Oggi come ieri contro il fascismo con ogni mezzo necessario!

FIRENZE ANTIFASCISTA

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