Questa mattina, 25 gennaio, gli studenti, una volta arrivati a Novoli, si sono trovati davanti l’ennesima schiera di digos e polizia, che come di consueto accompagnano la venuta di questi personaggi.
Giusto una settimana fa era prevista la lectio magistralis del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in aula magna, iniziativa che avrebbe dovuto spiegare agli studenti i motivi della crisi e come uscirne, legittimando di fatto tutti i provvedimenti di macelleria sociale attuati dal governo “tecnico” di Monti. Visco ha confermato la sua presenza in un edificio presidiato da poliziotti e digos per impedire l’ingresso di studenti “non autorizzati”. Gli studenti sono riusciti a interrompere per mezz’ora il convegno a prezzo di urla e spintoni da parte delle “forze dell’ordine”. Un episodio simile a quanto accaduto in occasione della seduta del senato accademico che ha sancito l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione dell’università di Confindustria, che finalmente ha formalizzato l’acquisto dei nostri saperi e delle nostre vite. Che si tratti di una riunione degli organi di ateneo, che sia una lezione di neoliberismo aperta agli studenti o un corso di “aggiornamento professionale” rivolto a pochi eletti non possiamo tollerare la presenza di questi ministri “lacrime e sangue”, non possiamo tollerare l’uso e il consumo della nostra facoltà da parte dei poteri forti: non possiamo più tollerare la pressoché continua militarizzazione della nostra università, che vede più poliziotti che studenti percorrere via delle Pandette.
Oggi la Fornero ha tenuto un corso di aggiornamento (organizzato di nascosto senza nessuna pubblicità) per avvocati e professori sulla “Riforma del lavoro”, che noi amiamo definire “contro riforma”. Nell’urgenza di uscire dalla crisi economica rinunciando alla leva dell’investimento statale, l’unica via rimasta è attrarre i capitali privati garantendo lauti profitti: così la Fornero, tra un pianto e l’altro, ha aumentato l’età pensionabile e ridotto l’ammontare delle pensioni allo scopo di ridurre la spesa pubblica e di obbligare i lavoratori ad affidarsi ai fondi pensione integrativi (più soldi da investire), ha aumentato la precarietà , rendendo più facili i licenziamenti e ridotto gli ammortizzatori sociali (nessun capitalista investe in uno Stato dove i costi del lavoro sono troppo alti), ha inventato il “contratto di apprendistato” per regalare alle aziende manodopera a basso costo ricattabile e sfruttabile. La farsa della flexsecurity s’è infranta contro il muro della disoccupazione dilagante, lo svuotamento di senso dell’articolo 18 è diventata un’arma contro i lavoratori sindacalizzati e combattivi, il contratto collettivo nazionale del lavoro è morto tra le mani dei lavoratori Fiat, abbandonati dai servizievoli Confederali al proprio destino.
Piangeva la Fornero, mentre il Governo Monti distribuiva miseria e manganellate ai lavoratori e agli studenti in lotta, mentre rafforzava la spinta verso quella via autoritaria utile alle contro-riforme necessarie allo smantellamento del welfare state per compiacere i mercati.
Siamo stanchi di girare in una facoltà militarizzata, siamo stanchi di trovare tappeti rossi stesi dal rettore Tesi e dai Presidi di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche di fronte ai nostri carnefici, spalle coperte dai picchiatori della Digos, vere e proprie provocazioni di fronte ad un corpo studentesco che più e più volte ha annunciato e dimostrato di non accettare le lezioni dei messia del neoliberismo. Il rettore Tesi che autorizza l’intervento delle forze dell’ordine all’interno della facoltà, l’ Alacevich , che oltre a essere ancora preside di scienze politiche fa anche parte del consiglio di amministrazione di BANKITALIA, rappresentano l’immediato punto di contatto fra gli interessi dei privati e il sistema formativo.
TESI, ALACEVICH, CAPPELLINI E GIUNTA:
L’UNIVERSOTA’ NON è UNA SCUOLA DI POLIZIA!
PIU’ STUDENTI MENO POLIZIOTTI NELLE NOSTRE FACOLTA’! FUORI I PRIVATI DA SCUOLE E UNIVERSITA’!
WE ARE CHOOSY, WE CHOSE TO FIGHT!
Collettivo Politico Scienze Politiche
Rete dei collettivi fiorentini
collettivo scientifico autorganizzato